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SCRIVERE PER ELABORARE IL LUTTO

  • Immagine del redattore: Marta Lualdi
    Marta Lualdi
  • 10 nov
  • Tempo di lettura: 3 min

Ci sono momenti in cui le parole sembrano perdere significato eppure è proprio attraverso di esse che possiamo ritrovare un filo tra ciò che non c’è più e ciò che ancora vive dentro di noi.


La scrittura può sia fare da ponte, sia essere un luogo accogliente dove sostare, respirare e incontrare il dolore senza esserne travolti.


Il journaling non è solo un esercizio di scrittura, ma un atto di presenza: dando voce all’assenza la si trasforma in presenza interiore.

 (Se vuoi approfondire come iniziare a scrivere, trovi molti articoli dedicati al journaling nel mio blog.)


Scrivere per restare in contatto con chi abbiamo perso


Quando scriviamo, possiamo ritrovare un dialogo con chi non c’è più.

Le parole diventano un filo invisibile che ci collega non solo ai ricordi, ma anche agli insegnamenti e ai gesti d’amore che continuano a vivere in noi.

Scrivere ci aiuta a riconoscere che il legame non si spezza con la morte: cambia forma, si sposta in uno spazio più sottile, ma resta vivo.


Nel lutto convivono molte emozioni: amore, rabbia, senso di colpa, paura, gratitudine.

Spesso non sappiamo dove metterle: proviamo allora a scriverle...

Farlo è stato per me un modo per osservare il mio dolore senza esserne inghiottita. Ogni parola mi permetteva di ascoltarmi, di comprendere cosa avveniva dentro di me, di accogliere l’assenza come parte della mia storia e da lì fare il passo successivo.

Non cercavo risposte preconfezionate, ma la mia verità.


🪶 Pratica di journaling: Ogni mattina, per dieci minuti, scrivi iniziando da questa frase: “Oggi il mio cuore sente…”.

Non correggere, non giudicare, non rileggere. Solo scrivi. Lascia che le parole scorrano come un respiro.


Dal dolore alla trasformazione: perché scrivere?


Il lutto non si “supera”, si attraversa.

E attraversarlo significa imparare ad ascoltare ciò che c’è, dare un nuovo significato alla perdita, permettere che il dolore si trasformi in conoscenza di sè e amore.

La scrittura, quando praticata con presenza e consapevolezza, apre uno spazio di integrazione profonda: ci aiuta a unire ciò che la mente e il cuore fanno fatica a conciliare.


In questo cammino, strumenti come PSYCH-K® possono accompagnarci a livello subconscio, aiutandoci a sciogliere convinzioni e memorie legate alla perdita, affinché la trasformazione avvenga non solo nella mente, ma anche nel corpo e nell’anima.


🪶 Pratica di journaling: Scrivi una pagina a partire da questa domanda: “Cosa mi sta insegnando questa perdita su di me, sulla vita, sull’amore?”

Lascia che la risposta emerga senza cercarla. A volte le parole arrivano piano, ma quando arrivano portano luce.


Quando scrivere diventa rinascita


Scrivere durante il lutto non è un modo per sfogarsi, andare oltre e dimenticare, ma per sentirsi ancora più vive. È un atto d’amore verso sé stesse e verso chi non c’è più.

Attraverso le parole impariamo a stare con noi stesse, con il vuoto interiore che spesso crea il lutto: dando forma a ciò che all’inizio sembra inesprimibile iniziamo a trasformare il dolore in presenza.


Con il tempo, scopriamo che la scrittura non ci separa dal passato, ma ci riporta a noi: più autentiche, più consapevoli, più intere, più connesse alla nostra essenza e a ciò che conta nella vita.


🪶 Pratica di journaling: Scrivi una lettera alla persona che hai perso. Raccontale cosa ti manca, ma anche cosa ti ha donato. Non preoccuparti di scrivere “bene”: lascia che siano le emozioni a guidarti.

Puoi chiudere la lettera con un gesto simbolico, come accendere una candela o leggere ad alta voce le parole che hai scritto.


Per aiutarti ad usare la scrittura nell'elaborazione della perdita ho realizzato il workbook "Orientarsi nel lutto", puoi scaricarlo gratuitamente qui sotto



Marta Lualdi - Facilitatrice di PSYCH-K® per elaborare il lutto

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