top of page

Chi sei dopo una perdita ?

  • Immagine del redattore: Marta Lualdi
    Marta Lualdi
  • 21 lug
  • Tempo di lettura: 3 min

Alla fine del 2021 mi sono trovata a pormi alcune domande importanti, la prima  fra tutte:

“Chi sono io, oltre la compagna di Matteo e la mamma di Kate?”

Per tanti ero “la compagna del Berna”. Lo ero anche per me stessa.

Avevamo costruito una relazione solida e con il tempo una famiglia: quando la vita ti strappa via un affetto così profondo, è inevitabile sentire il vuoto anche dentro l’identità che ti sei cucita addosso.


Siamo abituate a definirci attraverso i nostri ruoli: la moglie di, la mamma di, la figlia di ...


Ma cosa accade quando uno di questi ruoli si sgretola?

Se perdiamo il partner diventiamo “vedove”. Se perdiamo i genitori, “orfane”. Quando si perde un figlio, non esiste nemmeno un nome, come se quel dolore fosse talmente immenso da non poter essere contenuto in una parola.

I ruoli ci aiutano a orientarci nel mondo, ma spesso diventano gabbie invisibili. Ecco perché, dopo la perdita, la domanda più potente che possiamo farci è: “Chi voglio essere, ora?”


Darsi il permesso di esistere dopo una perdita


Quella domanda ha aperto alla mia vista un nuovo orizzonte.

Come quando eravamo bambine e ci chiedevano cosa avremmo voluto fare da grandi: rispondevamo senza filtri, raccontando i nostri sogni. Allo stesso modo, ho iniziato a immaginare la nuova me.

Sapevo che tipo di donna volevo diventare: sentivo con chiarezza che il mio scopo era rendermi utile, conoscere l'animo umano, addentrarmi nella spiritualità e vivere di creatività e bellezza.


Il termine "vedova" non lo sopportavo e credo di averlo usato, in tono sarcastico, una sola volta.

Non volevo sentirmi incompleta, come la metà mancante di qualcosa di irrimediabilmente spezzato.

È stato facile? No.

È stato possibile? Assolutamente sì.

Con gli strumenti giusti ho affrontato paure, resistenze, convinzioni limitanti.

E una delle chiavi più importanti del mio cambiamento è stata proprio darmi il permesso di cambiare.


Sei molto più della perdita che hai vissuto


Viviamo in un mondo che ci spinge a rincorrere obiettivi: carriera, famiglia, relazioni. Ma quante volte ci fermiamo a chiederci: Che tipo di persona devo / voglio essere per realizzarli?

Uscire da ruoli identitari consolidati, soprattutto quelli legati a persone amate che non ci sono più, è un atto di coraggio e profonda consapevolezza.

Ti invito a fermarti e ascoltare le emozioni che emergono, a scrivere i pensieri ricorrenti.

E poi, a fare spazio all’immaginazione: chi potresti essere ora, in un futuro che magari non avevi mai contemplato, ma che oggi si apre davanti a te?


Rinascere dopo una perdita


Immagina per un istante di essere di nuovo bambina: cosa sogneresti di diventare ora che nulla è più come prima, ma tutto può accadere?

La perdita può diventare seme. Un terreno fertile da cui far nascere amore, bellezza, completezza. Non perché “il lutto ci migliora” per forza, come se fosse un destino già scritto.

Ma perché noi scegliamo chi diventare, giorno dopo giorno.


“Ciò che poniamo sulla base di questa perdita potrebbe essere il crescere, il muoversi di più verso la bellezza, l'amore, la completezza. Ma questo dipende dalle scelte che facciamo, dal nostro essere in sintonia con chi siamo e chi vogliamo essere, e non dal lutto in se stesso.” — Megan Devine


Scopri il percorso Trasforma la perdita in Rinascita attraverso il quale ti accompagno nell'elaborazione della tua perdita e a comprendere chi desideri essere e diventare quella donna.


Marta Lualdi - Facilitatrice di PSYCH-K® per elaborare il lutto
Marta Lualdi - Facilitatrice di PSYCH-K® per elaborare il lutto


Comments


bottom of page