JOURNALING: le origini di una pratica trasformativa
- Marta Lualdi
- 22 set
- Tempo di lettura: 3 min
Il journaling non è solo scrivere un diario personale. È un atto d’amore verso se stesse, un modo per fermarsi, osservare e ritrovarsi.
Una pratica antica, che oggi ritorna con forza come strumento di crescita, consapevolezza e guarigione.
In questo articolo ti porto con me in un piccolo viaggio tra le origini del journaling, la sua evoluzione e alcune curiosità legate a figure femminili iconiche che hanno usato la scrittura come strumento di trasformazione.
Le origini del journaling: un viaggio nella storia
La scrittura ha avuto da sempre un ruolo fondamentale nella vita dell’essere umano.
✦ Dall’antichità alla spiritualità medievale
Popoli antichi come Egizi, Greci e Romani scrivevano su tavolette o papiri per annotare sogni, cronache, rituali o esperienze spirituali. Erano scritti privati, non veri diari moderni, ma segni evidenti di un bisogno profondo: trasformare l’esperienza in memoria.
Nel Medioevo, il journaling assume una forma più intima e spirituale.Monaci, monache e mistici come Santa Teresa d’Avila o Santa Caterina da Siena scrivevano per riflettere sul proprio cammino interiore e dialogare con il divino. Il diario era un luogo sacro, di rivelazione e ricerca dell’anima.
✦ Il Rinascimento e l’avvento dell’autobiografia
Tra il XV e il XVIII secolo, con l’emergere dell’individualismo, il journaling si avvicina all’autobiografia. Leonardo da Vinci, ad esempio, annotava nei suoi taccuini osservazioni, progetti, sogni e visioni, creando un ponte tra arte, scienza e sé.
✦ L’Ottocento: il diario come spazio al femminile
Nel XIX secolo, il diario diventa una pratica sempre più diffusa, soprattutto tra le donne borghesi, che lo utilizzano per esprimere sé stesse, riflettere sulla vita quotidiana e coltivare il proprio mondo interiore.
✦ Il Novecento e la scrittura terapeutica
Con l’avvento della psicologia moderna, il journaling evolve in strumento di cura e introspezione. Carl Jung lo considerava essenziale per esplorare l’inconscio e accedere ai contenuti più profondi della psiche.
Oggi parliamo sempre più spesso di journaling terapeutico, perché scrivere diventa uno spazio sicuro in cui riconoscere, accogliere e trasformare ciò che viviamo.
Donne, arte e journaling: curiosità che ispirano
Nel corso del tempo, molte donne hanno usato il diario come specchio e rifugio creativo.Ecco alcune storie affascinanti che forse non conoscevi:
✦ Virginia Woolf
Dal 1915 al 1941 ha tenuto un diario intimo in cui raccontava la sua quotidianità, i suoi viaggi, le insicurezze e i suoi processi creativi. Usava il journaling come vero e proprio allenamento alla scrittura, rilegando a mano i fogli su cui scriveva.
✦ Julia Cameron
Mentore degli artisti bloccati, ha codificato l'uso della scrittura creativa nel libro “La via dell’artista”, oggi considerato un testo sacro del journaling guidato. Le sue morning pages sono ormai celebri in tutto il mondo.
✦ Cheryl Strayed
Durante uno dei momenti più difficili della sua vita, ha usato il journaling per raccontarsi durante il cammino lungo il Pacific Crest Trail. Anni dopo, da quei taccuini è nato il libro “WILD”, diventato anche un film con Reese Witherspoon.
✦ Frida Kahlo
Dopo la morte del padre, nel 1941, Frida inizia a scrivere un diario che è anche un’opera d’arte visiva: parole, disegni, dolore, amore e spiritualità si intrecciano in un autoritratto intimo che ci fa intravedere l’essenza della sua anima.
Il journaling oggi: una pratica per tornare a sé
Come vedi il journaling non è solo un rifugio per artisti o pensatori. È uno strumento semplice, accessibile e trasformativo, capace di accompagnarti nel tuo percorso interiore. Scrivere per riconoscere ciò che sei, per superare limiti, trasformare ferite, riscoprire la tua autenticità.
Ci sono molti modi per approcciarlo, l’importante è creare lo spazio: per farlo puoi cominciare dal work-book gratuito "Una spa per il cuore" che trovi qui sotto

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